Con la pubblicazione del Decreto Legge 82/2017 è entrata in vigore una disciplina derogatoria rispetto al Codice del Lavoro che prevede anche per le piccole imprese l’obbligo di negoziazione collettivo con i dipendenti ai fini dell’implementazione del Decreto 79/2017.
Perché la nuova modifica
Ricordiamo che il precedente Decreto Legge 79/2017 ha trasferito parte della contribuzione obbligatoria del datore di lavoro a carico dei dipendenti con decorrenza dal 1° gennaio 2018.
In particolare il Governo oltre a ridurre il livello contributivo di 2 punti percentuali, dal 39,25% attuali al 37,25% in vigore per il 2018, ha decretato che il 20% del totale contributivo a carico datore di lavoro sarà trasferita obbligatoriamente a carico del dipendente.
Di conseguenza come già precisato nella precedente newsletter, in assenza di un adeguamento del salario lordo da parte del datore di lavoro, i lavoratori avrebbero subito una decurtazione del salario netto dal 1° gennaio.
Il Decreto 82/2017 interviene istituendo un nuovo obbligo per tutte le imprese (e quindi a prescindere dal numero di occupati) di convocare i dipendenti o i loro rappresentanti (se si superano le 21 unità), informandoli della nuova normativa in materia di contribuzione e negoziando un eventuale incremento salariale ai fini di mantenere inalterato il salario netto.
Termini
Il decreto impone che nell’intervallo tra il 20 novembre e il 20 dicembre 2017 siano conclusi con la sottoscrizione di un verbale, i negoziati relativi alla contrattazione di nuovi salari lordi in applicazione del Decreto 79/2017.
Di fatto il Governo vuole che obbligatoriamente il datore di lavoro e i dipendenti concludano una trattativa il cui obiettivo (sempre che il datore di lavoro accetti) è di adeguare i salari lordi al fine di mantenere lo stesso livello di salari netti.
Considerazioni
Questa ultima decretazione impone per obbligo quello che già spontaneamente alcuni datori di lavoro aveva previsto di svolgere, ovvero adeguare i salari lordi dei dipendenti. Di fatto il trasferimento di una parte di contribuzione dal datore di lavoro al dipendente, è una operazione neutra ai fini del costo aziendale del dipendente.
La perplessità è invece per il futuro ovvero se questa “manovra” possa esser il preludio per un ulteriore (nel 2018) aumento dei contributi a carico del datore di lavoro (che “sulla carta” dal 1° gennaio sarebbero solo del 2,25%). E’ opportuno per ogni ulteriore precisazione contattare il nostro ufficio HR.
CM